1975-04
Raduni, veglie e cerimonie
1975 - Quarto Raduno, 10 agosto
Si collocano ancora 64 nuove stele e un Cippo dedicato a “Gli Alpini scomparsi in mare”, donato dalla famiglia del Ten. Mario Schiavon Btg. “Gemona”, perito nell’affondamento del “Galilea”.
Nella stessa occasione viene collocato un cannone da montagna 75/13 risalente alla prima Guerra Mondiale e donato dal gruppo A.N.A. di Arcade, quale dotazione ornamentale del Bosco.
La manifestazione inizia con l’alzabandiera, la deposizione di una corona d’alloro seguita da un breve raccoglimento durante il quale per la prima volta il coro A.N.A. di Vittorio Veneto esegue la nuova canzone Penne Mozze accolta da un caloroso e unanime applauso.
Questa è la prima stesura:
PENNE MOZZE
Penne mozze trevisane
ricordate su a Cison
con un albero e una stele
erba, roccia e tanti fior.
Morti d’Africa e di Libia
e dell’Alpi e mari ancor
Grecia e Russia e dei Balcani
Penne mozze per l’onor.
Pioggia che sui corpi pianse
pria che li sciogliessero il sol
e per tumulo la neve
e il burron per tomba o il mar.
Sono il sole e pioggia e neve
che al Bosco degli Alpini
scaldan e bagnan queste stele
che va il vento a carezzar.
Il testo di Mario Altarui, opportunamente rivisto con Giulio Salvadoretti, si avvale di una composizione musicale del maestro Efrem Casagrande, elaborata per coro maschile a quattro voci.
Nella semplicità che la rende facilmente apprendibile e che si sviluppa in toni alti nei tratti epici e in toni a bocca chiusa a rappresentare il lamento dei moribondi, si conclude in tonalità maggiore a rammentare il comandamento del dovere e dell’onore.