1983-12
Raduni, veglie e cerimonie
1983 - Dodicesimo Raduno - 4 settembre
Il lavoro estivo del gruppo di Cison e dei gruppi amici che li affiancano con lodevole periodicità, prepara il Raduno che richiama una folla sempre più numerosa. Quest’anno, atto assai significativo, celebra il rito don Antonio Rosolen assieme a padre Vittorio Battaglia, figlio dell’art. alpino Elia Battaglia onorato nel Bosco, e vengono benedette 102 nuove stele i cui nomi sono stati scanditi ad uno ad uno nella preghiera per i defunti. Il discorso ufficiale è tenuto dalla M.O. Enrico Reginato che tra l’altro dice:
“Grazie a quanti hanno collaborato alla creazione di questo Bosco meraviglioso dove il verde degli alberi si accompagna al grigiore del ferro per la perennità e la coralità del ricordo.
Grazie per aver fatto sì che i nomi di tanti Eroi non restino scolpiti solo nel cuore delle madri e delle spose o su qualche lapide ignorata.
Grazie perché la grande voce che si leva allo stormir delle fronde ci fa sentir presenti ai nostri occhi e al nostro cuore i volti di coloro ai quali fu negata anche la vita”.
Giulio Salvadoretti, l’oratore ufficiale dei precedenti raduni, il padre buono, il sostenitore del Bosco è purtroppo assente oggi, per la prima volta in dieci anni e questo ci preoccupa veramente.
“Va avanti” consapevole il 30 ottobre lasciando un vuoto incolmabile.
L’alpino fiero e generoso, gioviale e bonario, è stato vicino al nascere e al crescere di questo Tempio ed ha sempre versato la sua pensione di guerra nelle povere casse del Bosco. Nel testamento spirituale chiede una “goccia” per il compimento di quest’Opera così da
“affidare a qualche cosa di vivo e perenne, la memoria di tutti gli Alpini trevigiani, caduti con la penna nera per la Patria da Adua a Cima Vallona”
Giulio Salvadoretti rappresenta, sono parole di Mario Altarui, la bandiera più grande che sventola nel Bosco.