1992-21
Raduni, veglie e cerimonie
1992 - Ventunesimo Raduno, 6 settembre
Nel corso del ’92 si sono svolti come di consueto i lavori di manutenzione del Bosco con il concorso dei Gruppi che da anni ci sostengono.
Nella Sezione di Vittorio Veneto, tutti i Gruppi hanno collaborato, in prima fila quelli di Cappella Maggiore e di Colle Umberto.
Per la Sezione di Conegliano: Corbanese, Pieve di Soligo, Refrontolo e S. Lucia di Piave.
Per la Sezione di Treviso: Falzè di Trevignano ed il meraviglioso Gruppo di Caerano San Marco.
Per la Sezione di Valdobbiadene: il Gruppo di Col San Martino, encomiabile per la presenza e le offerte in denaro.
Anche quest’anno dobbiamo procedere alla sostituzione di diverse piante che offrono ricovero e favoriscono lo sviluppo della processionaria.
Per quanto riguarda il progetto di una nuova costruzione, il P.R.G. comunale non può venirci incontro. Resta pertanto l’impegno di provvedere il materiale necessario allo svolgimento dei raduni.
Questi sono un momento importantissimo per noi. La S. Messa è celebrata dall’Arciprete di Cison don Venanzio Buosi e come sempre è presente il Coro A.N.A. della Sezione.
Per il discorso ufficiale si è impegnato il dott. Vitaliano Peduzzi, vicedirettore e redattore de “L’Alpino”. Numerosa la presenza delle Autorità, degli Alpini e delle loro famiglie. Si contano 22 Bandiere di Associazioni d’Arma, 86 Gagliardetti di Gruppi A.N.A. e 9 Vessilli delle Sezioni A.N.A. di Belluno, Cadore, Conegliano, Marostica, Pordenone, Torino, Treviso, Valdobbiadene e Vittorio Veneto. L’oratore ringrazia per l’opportunità che gli è stata data di visitare il Memoriale dove
“… emerge una logistica curata con esemplare diligenza e dove vigilano il Cristo in Croce e la Madonna delle Penne Mozze.
Difronte al ricordo del sacrificio di questi Alpini e di questo meraviglioso scenario naturale cui fa cornice una flora sempre verde, non si può non commuoversi e il nostro animo è invaso dai più profondi sentimenti...”.
Peduzzi ha richiamato alla memoria che gli Alpini non hanno mai esaltato la guerra, perché l’hanno vissuta. Le armi degli Alpini sono sempre state l’amore verso il prossimo e la solidarietà verso chiunque soffra, anche in terra nemica. Certamente hanno dei doveri verso i fratelli che non sono tornati, ma queste cure non possono essere interpretate dai detrattori come spirito guerrafondaio.
In un incontro successivo al raduno, viene presentato il Bilancio consuntivo devolvere i fondi, il cui frutto dovrebbe servire alle spese di manutenzione del Bosco delle Penne Mozze o di quant’altro si rendesse necessario allo stesso. Tale iniziativa è rivolta a tutelare l’Opera soprattutto quando, e se, verranno a mancare le forze dell’A.N.A.
I problemi tecnici da risolvere sono affidati al Comitato che ne renderà conto ai Consigli interessati. Si stabiliscono quindi le prime domeniche di lavoro necessario al disboscamento ed alla sostituzione delle piante danneggiate dagli elementi naturali.
Nella prossima primavera sarà necessario migliorare la qualità dei sentieri, rafforzare qualche tratto di palizzata e controllare la ghiaia davanti al Monumento, che scivola con troppa facilità nell’adiacente asfalto.
Si decide di lastricare quel breve tratto con pietre ed è questa l’ultima opera alla quale partecipa ancora Marino Dal Moro.
Egli infatti, qualche giorno dopo, il 31 luglio ’93, subitamente, raggiunge Giulio e Mario. La sua scomparsa ci lascia affranti, orfani di un altro “fratello”. Il Presidente dell’A.N.A. di Vittorio Veneto Lorenzo Daniele ai funerali del 2 agosto dava l’ultimo commosso saluto:
“… va dove vivono a raccontargli del Bosco, digli che il Vostro capolavoro non morirà, che sarà l’impegno della nostra vita alpina e il modo migliore per ricordarvi...”.
Alcune autorità presenti alla cerimonia: il Ten. Col. Bellinazzi, il Sindaco di Cison Brandolino Brandolini d'Adda,
il Presidente della Sezione di Vittorio Veneto Lorenzo Daniele, il Sindaco di Vittorio Veneto Mario Botteon e il Capogruppo di Cison Marino dal Moro