1997-26-1998-27
Raduni, veglie e cerimonie
1997 - Ventiseiesimo Raduno, 7 settembre
Concelebrano la S. Messa don Sandro Capraro, maggiore degli alpini cappellano della Cadore e don Venanzio, parroco di Cison.
Oratore ufficiale il Gen. C. A. in congedo Franco Bettin che apre dicendo:
“... Ringrazio il dott. Daniele che ha voluto elencare tutti i miei incarichi che valgono, non tanto per il prestigio dei posti, ma per quanto ho potuto fare. Ho accettato per tre motivi:
primo perché me lo ha chiesto lui e non potevo dirgli di no; secondo perché qui sono venuto tantissime volte con lui e da solo; terzo, il più importante, per onorare la memoria di mio padre che, richiamato durante l’ultima guerra quale ufficiale medico, ha prestato servizio in un reggimento alpino in Jugoslavia.
Ed è stato il motivo per cui, al termine della guerra, essendo italiano è stato catturato dalla polizia di Tito ed infoibato…”
e poi proseguendo nel suo discorso riprende l’idea di ricordare al “Bosco”...
“... Tutti (i Caduti) in senso generale, direi quasi mondiale della parola, perché quelli che hanno combattuto e sono morti, hanno combattuto e sono morti per qualcosa in cui credevano, sbagliato o giusto che fosse, e volerli ricordare TUTTI ha un significato che esprime il sentimento della pietà. I morti, fin dal momento in cui muoiono, si riconciliano con Dio e con gli uomini…”
1998 - Ventisettesimo Raduno, 6 settembre
Il ventisettesimo Raduno, dopo i rituali Onori, il saluto di Claudio Trampetti e l’intervento del Sindaco di Cison, Gildo Salton, in cui sottolinea il grande significato della campana votiva, vede la presenza del neo Presidente Nazionale A.N.A. Giuseppe Parazzini, oratore ufficiale, che, dopo aver ricordato le sue più recenti esperienze di neo Presidente, tratteggia la storia del “Bosco” ricordando le nobili figure dei fondatori, Mario Altarui, Giulio Salvadoretti e Marino Dal Moro, e conclude dicendo:
“Questo luogo è il luogo di commemorazione ma anche di riconciliazione di unità e fiducia nel futuro che ci attende.
Così noi alpini, attaccati a ideali irrinunciabili, pur legittimamente continuando a mugugnare per le nostre cose che non vanno come vorremmo, continueremo ad offrire alla nostra Italia il nostro esempio, nato dal sacrificio degli Alpini che qui onoriamo.”
Il 2 maggio 1998 il "Bosco" si è arricchito di una nuova significativa presenza: la "campana votiva", dono dell'As.Pe.M. in occasione del 20° della sua fondazione e di un altare in pietra sul quale saranno celebrate le S. Messe.
Da quella sera, ogni sera i rintocchi si spanderanno nell'aria del Memoriale e idealmente nei borghi, nelle campagne, sui monti per ricordare che c'è un luogo dove si ricorda "la memoria degli Alpini Caduti, divisi dalla guerra, uniti dalla morte"
Il Comandante della Brigata Julia, il Presidente Nazionale Caprioli, il Presidente della Sezione di vittorio Veneto Donato Carnielli, il Sindaco di Cison Gildo Salton e il Presidente As.Pe.M. Daniele verso il monumento delle Penne Mozze per gli Onori ai Caduti
E nella rigida sera del 24 diembre 1998, vigilia di Natale, su iniziativa del prof. Gino Perin e della Sezione di Vittorio Veneto, uno sparuto gruppo di alpini si riunisce, per la prima volta, in un attimo di raccoglimento, attribuendo, con il simbolico gesto dell'"accensione del ceppo", il valore del focolare, della famiglia, che i Caduti ricordati nel "Bosco" hanno dovuto abbandonare.