2014-43
Raduni, veglie e cerimonie
Quarantatreesimo Raduno, 7 settembre 2014
Ancora una volta il "Bosco" si riempie di alpini ed amici grazia anche alla massiccia partecipazione dei Soci delle Sezioni di Brescia, Salò, Sardegna e Vallecamonica che oggi qrricchiscono con le loro foglie l'Albero del Ricordo. Un'affluenza sempre più numerosa che mette a dura prova la viabilità ed il regolare afflusso e deflusso al "Bosco" data la caratteristica della valle ed alla quale si dovrà trovare una soluzione.
Oratore ufficiale e celebrante la S. Messa don Bruno Fasani, direttore del giornale "L'Alpino" che nel suo discorso esorta i numerosi Sindaci presenti e le famiglie a "privilegiare la cultura che permette di uscire dalla barbarie, evitando la tentazione della fretta, dando cioè soltanto quello che è bene materiale".
Presenti, tra i numerosi Vessili, Gagliardetti ed Insegne di varie Associazioni d'Arma, il Colonnello Arseni in rappresentanza della Brigata Julia, la Banda di Cison ed il Coro A.N.A. vittoriese.
Vigilia di Natale al Bosco, 24 dicembre 2014
Come sempre, una cerimonia che si ripete dal 1997, la Vigilia di Natale al Bosco ha avuto una adesione massiccia. Nata come vigilia di Natale «della memoria» tra pochi amici, alpini delle sezioni nostre, il "pellegrinaggio" al Bosco del 24 dicembre è stato ripetuto, prima al di fuori dell'ufficialità, con un passa-parola continuo e poi assumendo proprio lo status di piccolo raduno al Bosco, dove i fratelli Alpini si sentono più vicini all'approssimarsi dell'evento della nascita di Gesù.
E anche lo scorso dicembre è stata confermata la dimensione nazionale, l'appuntamento importante, significativo, per tutta l'Ana, e così accanto a Claudio Trampetti, presidente del Comitato per il Bosco delle Penne Mozze, al consigliere e iniziatore dell'evento Lino Chies, anche quest'anno è arrivato il presidente nazionale, Sebastiano
Favero, insieme all'ex consigliere nazionale Ana Nino Geronazzo. Cerimonia semplice, tra le cante del Coro Col di Lana, letture di brani di lettere dal fronte, e a conclusione, la Preghiera dell'Alpino: in raccoglimento e con il pensiero a coloro che sono andati avanti. Un viatico importante per il Natale di ognuno, e sarà così anche quest'anno.
UNA LETTERA DELLA "TREGUA DEL NATALE 1914 SCRITTA DA UN RAGAZZO INGLESE
Natale al Bosco, Natale in Trincea
Anche quest'anno abbiamo celebrato la vigilia del Natale al bosco delle Penne Mozze. Non credo ci sia molto da dire sulla cerimonia. Qualche cosa di magico, di innaturale durante quei momenti.... Ed è quello che sentono tutti, lo vedi nei loro occhi, nel loro stare immobili ad ascoltare.
Ascoltare più se stessi che altro perché in quel luogo tutto diventa surreale, impregnato di una realtà che per fortuna non esiste più... Tutti i nostri ragazzi li ricordati... caduti sul terreno del dovere e del sacrificio.... per fortuna oggi i nostri figli non debbono subire più queste follie.
Durante l'omelia meravigliosa del celebrante il mio cervello s'è messo a girovagare per il bosco, in compagnia di quei nostri fratelli e...
Non so perché...
Mi è venuta in mente una lettera, scritta da un ragazzo britannico alla sorella a raccontarle quella famosa tregua di Natale del 1914.
Non si tratta di un nostro Alpino ma siamo sicuri che era come loro, un ragazzo mandato alla guerra... ed ecco che mi torna in mente la lettera e me la leggo fra il silenzio del Bosco ....
«Giorno di Natale 1914.
Janet, sorella cara, sono le due del mattino e la maggior parte degli uomini dormono nelle loro buche, ma io non posso addormentarmi se prima non ti scrivo dei meravigliosi avvenimenti della vigilia di Natale. In verità, ciò che è avvenuto è quasi una fiaba, e se non l'avessi visto coi miei occhi non ci crederei. Prova a immaginare: mentre tu e la famiglia cantavate gli inni davanti al focolare a Londra, io ho fatto lo stesso con i soldati nemici qui nei campi di battaglia di Francia!
Per lo più siamo rimasti nelle trincee ad aspettare. Ma che attesa tremenda! Ci aspettiamo ogni momento che un obice d'artiglieria ci cada addosso, ammazzando e mutilando uomini.
E di giorno non osiamo alzare la testa fuori dalla terra, per paura del cecchino.
E poi la pioggia: cade quasi ogni giorno. Naturalmente si raccoglie proprio nelle trincee, da cui dobbiamo aggottarla con pentole e padelle. Con tutto questo, non potevamo fare a meno di provare curiosità per i soldati tedeschi di fronte noi. Dopo tutto affrontano gli stessi nostri pericoli, e anche loro sciaguattano nello stesso fango. E la loro trincea è solo cinquanta metri davanti a noi. Tra noi c'è la terra di nessuno. Ieri mattina, la vigilia, abbiamo avuto la nostra prima gelata. Benché infreddoliti l'abbiamo salutata con gioia, perché almeno ha indurito il fango. Tutto era imbiancato dal gelo, mentre c'era un bel sole: clima perfetto per Natale.
Durante la giornata ci sono stati scambi di fucileria. Ma quando la sera è scesa sulla vigilia, la sparatoria ha smesso interamente. Il nostro primo silenzio totale da mesi!
Speravamo che promettesse una festa tranquilla, ma non ci contavamo. Ci avevano detto che i tedeschi potevano attaccarci e coglierci di sorpresa.
lo sono andato al mio buco per riposare, e avvolto nel cappotto mi devo essere addormentato.
Di colpo un camerata mi scuote e mi grida: Vieni a vedere! Vieni a vedere cosa fanno i tedeschi! Ho preso il fucile, sono andato alla trincea e, con cautela, ho alzato la testa sopra i sacchetti di sabbia».
Che cos'è?, ho chiesto al compagno, e John ha risposto: 'alberi di Natale!'.
Era vero. I tedeschi avevano disposto degli alberi di Natale di fronte alla loro trincea, illuminati con candele e lumini. E poi abbiamo sentito le loro voci che si levavano in una canzone: ' stille nacht, heilige nacht ... '.
Il canto in Inghilterra non lo conosciamo, ma quando il canto è finito, gli uomini nella nostra trincea hanno applaudito.
Sì, soldati inglesi che applaudivano i tedeschi! Poi uno di noi ha cominciato a cantare, e ci siamo tutti uniti a lui. Per la verità non eravamo bravi a cantare come i tedeschi,
con le loro belle armonie. Ma ha,,no risposto con applausi entusiasti, e poi ne hanno attaccato un'altra. E questa volta si sono uniti al nostro coro, cantando la stessa canzone, ma in latino: 'adeste fideles ... '».
Nel frattempo gruppi di due o tre uomini uscivano dalle trincee e venivano verso di noi. Alcuni di noi sono usciti anch'essi e in pochi minuti eravamo nella terra di nessuno,
stringendo le mani a uomini che avevamo cercato di ammazzate poche ore prima. Abbiamo acceso un gran falò, e noi tutti attorno, inglesi in kaki e tedeschi in grigio.
Ci siamo scambiati doni, i loro sigari con le nostre sigarette, noi il tè e loro il caffè, noi la carne in scatola e loro le salsicce. Ci siamo scambiati mostrine e bottoni , e uno dei nostri se n'è uscito con il tremendo elmetto col chiodo!
E insomma, sorella mia, c'è mai stata una vigilia di Natale come questa nella storia? Per i combattimenti qui, naturalmente, significa poco purtroppo. Questi soldati sono simpatici , ma eseguono gli ordini e noi facciamo lo stesso. E allora ... Canzoni invece di insulti? Doni al posto di rappresaglie? Non finirebbero tutte le guerre? Il tuo caro fratello Tom».
Adesso so perché...
Era un ragazzo come quelli che si trovano ricordati nel nostro bosco...
Era la vigilia di Natale
Ero insieme ai miei di fratelli alpini...
Insomma in quel momento eravamo anche noi un pochino come loro, al fronte, insieme a loro.
Ricordare sempre, ricordare senza retorica e non morranno mai.