2020-49 - Bosco delle Penne Mozze - Aspem

As.Pe.M.
Associazione "Penne Mozze"
fra le Famiglie dei Caduti Alpini
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2020-49

Raduni, veglie e cerimonie
2020 - Quarantanovesimo Raduno al Bosco - 6 settembre
Il raduno al Bosco in dimensioni contenute, ma ...
Sempre presenti nel dovere del ricordo

Nelle "liturgie" alpine esiste un calendario sempre rispettato; è un appuntamento al quale si va non per obbligo da "cartolina precetto", ma per quel senso del dovere animato da convinzioni, valori ideali vissuti prima di tutto nel profondo, poi testimoniati nell'agire.
E' questa l'idea che si è fatta chi scrive; una idea che trova conferma ad ogni occasione di incontro, raduno, adunata delle Penne Nere.
Così è stato domenica 6 settembre al Bosco delle Penne Mozze, nella Valle di San Daniele in quel di Cison di Valmarino. Dove da 49 anni si tiene un raduno all'insegna della
storia e della memoria per quei 2.405 alpini della Marca Trevigiana Caduti, a ognuno dei quali è dedicato un albero, e per gli altri "andati avanti", la cui memoria è testimoniata dalle 53 targhe corrispondenti ad altrettante sezioni dell'Ana.
Ogni anno è un pellegrinaggio numerosissimo, tale da arrivare (talvolta) alle quattromila presenze, comunque, facendone sempre registrare qualche migliaio.
Ma quest'anno? Col Coronavirus? C'erano ovviamente dubbi, perplessità giustificate. Con le restrizioni governative, il divieto di assembramenti, eccetera eccetera, si poteva rinunciare al raduno?
Inimmaginabile per Varinnio Milan, presidente dell'Associazione Penne Mozze, per Claudio Trampetti, storico animatore e presidente del comitato per il raduno stesso, nonché per i presidenti delle sezioni della Marca: Francesco lntrovigne di Vittorio Veneto, Marco Piovesan di Treviso, Gino Dorigo di Conegliano e Massimo Burol di Valdobbiadene.
E infatti, seppur a ranghi ridotti, e con il dovuto distanziamento, la mascherina sul viso, le mani disinfettate, l'omaggio ai Caduti qui ricordati si è compiuto.
Il discorso breve, succinto, sobrio, ma profondo, forte, di Milan, le note del Silenzio diffuse dal giovane trombettista, la sintetica introduzione e quindi l'esecuzione dell 'inno
nazionale al momento dell'alzabandiera, hanno visto una partecipazione sentita, se non commossa, delle alcune centinaia di alpini presenti; c'erano pure i vessilli delle sezioni Montegrappa di Bassano e Belluno.
Il finale è stato con la lettura della "Preghiera dell'Alpino" da parte del presidente della sezione trevigiana Marco Piovesan, seguita dai lenti, religiosi rintocchi della campana in bronzo donata, nel ventennale dei raduni, da Antonio e Giovanni Zacchella per onorare la memoria del padre alpino Vittorio, disperso in Russia.
E non poteva essere dimenticato (lo ha fatto Varinnio Milan) Remo Cervi, alpino di Caerano San Marco, sempre instancabile, attivissimo nel e per il Bosco delle Penne Mozze, "andato avanti" pochi giorni prima.
Un raduno all 'insegna dell'essenzialità, nella sua sobrietà, nei suoi momenti di ricordo, in quel silenzio incredibile, ma quasi palpabile, di memoria e di storia, che doveva essere fatto, perché gli alpini sono gente così. Non dimenticano (e viviamo in un paese dove ci sono troppi smemorati!), le tradizioni le trasmettono ai giovani, perché nelle tradizioni ci credono, le sentono parte del loro vissuto, della loro storia personale. Per cui, pandemia o non pandemia, in pochi, con qualche vessillo e gagliardetto, senza autorità (a parte il Sindaco di Cison) e con un programma ridottissimo, loro c 'erano: a rendere testimonianza.
E si sa che le testimonianze si basano soprattutto sulla qualità, cioè sulla convinzione personale, sulla consapevolezza, non sulla quantità ...
Intanto, lo sguardo dei presenti, sulla via del ritorno, era vòlto al 2021, cioè al raduno del cinquantenario di questo Memoriale degli Alpini in cui natura e umanità si uniscono alla fede e a quella speranza indicata da Varinnio Milan, che, dall'anima dei Caduti si è trasmessa agli alpini di oggi, nel segno della solidarietà manifestata nei confronti di chiunque, oltre ogni confine di qualsiasi genere, abbia un bisogno.
P. S. Questa è soltanto in parte una cronaca della giornata del raduno. Come il lettore accorto avrà constatato, si tratta anche di una testimonianza significativa, perché è quella di un cronista che il servizio militare di leva non lo ha prestato nel Corpo degli Alpini. Non appaiano dunque una sorta di considerazioni in pro delle Penne Nere, le espressioni di stima, se non di affetto, scritte da uno che non è "dei loro". Sono valide, devono essere valide, proprio perché provenienti da un NON alpino! Che pure in altre occasioni di iniziative, raduni, adunate dell'Ana, ugualmente ha dato testimonianza, ammirato per quanto le Penne Nere sanno fare, hanno fatto, fanno, e continueranno a fare.
Giovanni Lugaresi
La Vigilia al Bosco...

Anche l'appuntamento con la "Vigilia al Bosco" del 24 dicembre si è tenuto, come avvenuto per il raduno, con toni molto contenuti, anche nel rispetto di quanto stabilito dall'ultimo DPCM c'è stata solo una presenza minima di alpini per evitare ogni occasione di assembramento.
Il tutto si è ridotto ad una preghiera e a qualche ricordo, giusto per mantenere vivo un evento augurale che negli anni aveva sempre più adesioni da tutte le sezioni. Se ne riparlerà anche in questo caso per il 2021.
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