Simon Benetton - Bosco delle Penne Mozze - Aspem

As.Pe.M.
Associazione "Penne Mozze"
fra le Famiglie dei Caduti Alpini
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Simon Benetton

Artefici e continuatori
Simon Benetton
Un animatore del Ferro
1933 - 2016


Simon Benetton è nato il 24 ottobre 1933 a Treviso.
Ha frequentato i corsi liberi all'Accademia delle Belle Arti di Venezia, per poi continuare una liberissima, solitaria ricerca individuale.
Diversi sono i periodi della sua formazione: dal figurativo alla vibrazione plastica nello spazio, dal modulo come simbolo dell'impulso alla dinamica spaziale, dalla piastra alla macrostruttura come elemento ed espressione della volontà e della conquista dell'uomo moderno. Negli ultimi suoi studi la scultura ha preso nuova dimensione, proiettandosi nello spazio urbano come espressione di libertà e di progresso fino ad arrivare al connubio tra ferro e cristallo.
Dal 1975 in poi partecipa a numerose biennali d'arte in tutto il mondo, viene invitato alla V Biennal International des Deportr en Las Bellas Artes di Barcellona. A Madrid viene invitato nel 1977 alla VI Biennal International des Deporte en Las Bellas Arte. A San Paolo del Brasile, nel 1991 viene invitato alla XXI Biennale d'arte e nel 1992 al M.A.C. Museo d'Arte contemporanea Università di San Paolo. Le sue opere sono esposte in oltre 40 musei di caratura internazionale e in mostre temporanee, collettive e personali, organizzate in spazi pubblici a cura di Enti e Città italiane e straniere.
E' presente in molte collezioni internazionali, piazze e giardini urbani, musei pubblici e privati, tra cui: Londra, Cardiff, San Paolo (Brasile), San Francisco, Washington, Memphis (USA), Orleans (Francia), Pechino e Tokio.
Il catalogo generale delle opere di "Simon Benetton" è edito da Giorgio Mondadori.
Dal 13 dicembre 2014 a Valdobbiadene presso il palazzo "Simon Benetton" è esposta in permanenza l'opera grafica e scultorea dal 1950 al 2014.
Al suo lavoro si sono interessati critici e storici dell'arte. Le sue opere sono state oggetto di documentari e film trasmessi da emittenti televisive nazionali e straniere.
Ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti e la nomina di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana per meriti artistici, conferitagli dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.
Nei primi anni del '70, Mario Altarui gli ha conferito l'incarico di progettare il complesso monumentale delle Penne Mozze, un lavoro che continua nel tempo per la complessità e l'estensione del Bosco.
Il complesso monumentale viene concepito come spazio vivibile estendendosi nella vallata di Cison di Valmarino ai piedi delle montagne creando dei percorsi e spazi per la collocazione delle quasi tremila stele in ferro forgiato come presenza simbolica degli Alpini Caduti o Dispersi in guerra: un'armonia dello spirito immersa nel verde della natura.
Nel piazzale insiste il Monumento Principale; "Tre Penne Mozze" ricavate dal ferro massiccio modellato a caldo che rappresentano simbolicamente gli Alpini Dispersi o Caduti in guerra.
Altri stemmi scultorei delle Divisioni Alpine, sempre in ferro forgiato, determinano lo spazio del piazzale principale. A lato dei sentieri creati nel Bosco si trovano altri monumenti simbolici che ricordano le varie Associazioni. Ogni stele è composta da una piastra tagliata con la fiamma ossidrica in modo da evidenziare un robusto taglio segmentato; nella parte centrale emerge una croce modellata a caldo con notevole forza plastica, forma vibrante come legame di fede e di fiducia nella vita.
La stele è concepita come un segnale che intende comunicare ed estendersi nello spazio come spirito di pace nel mondo.
La coordinazione e la realizzazione dell'intero complesso di singolare espressione, tipica del ferro, ha richiesto molti anni di lavoro.
Grazie allo spirito di unione fra l'Associazione Nazionale Alpini e le famiglie degli Alpini Caduti o Dispersi, la ricerca continua e l'opera è costantemente mantenuta in perfette condizioni.
La sua prestigiosa e indelebile opera ha contribuito a caratterizzare il Bosco, onora gli Alpini e offre ai visitatori l'opportunità di apprezzare il talento di un artista di prima grandezza, di elevato pensiero e grande cuore. Grazie Simon, Maestro d'arte e di vita.
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